Ecomuseo EGEA di Alghero – Crediti: gentile concessione dell’ecomuseo
Dove siamo?
Siamo all’Ecomuseo Egea
L’ecomuseo accoglie testimonianze sulla memoria dell’esodo giuliano-dalmata per ricostruire la storia di Fertilia, borgo di colonizzazione creato dal regime nel 1936.
L’Ecomuseo Egea prende il nome da Egea Haffner Tomazzoni, la “bambina con la valigia” rappresentata nel percorso museale. Nata a Pola, Egea e la sua famiglia furono testimoni dell’esodo che vide fuggire la quasi totalità degli abitanti della città istriana a causa delle persecuzioni di Tito.
Nelle Ex-officine – Villaggio Calich, uno dei luoghi del museo diffuso, si raccontano le vicende storiche che hanno caratterizzato la nascita di una comunità inclusiva ed eterogenea a Fertilia. Il villaggio rappresenta il primo nucleo edificato nel 1926/27 dal regime fascista come base per la bonifica della laguna del Calich. Da lì, nel marzo 1936 nacque Fertilia, allo scopo di dare una collocazione alla popolazione in eccesso della Provincia di Ferrara e far così diminuire le tensioni sociali. Dopo i primi arrivi di emigrati ferraresi, lo scoppio della seconda guerra mondiale paralizzò di fatto l’opera di colonizzazione, tanto che la maggior parte degli edifici rimase inutilizzata. Nel dopoguerra, furono gli esuli di Istria e Dalmazia a popolare la frazione.
L’Ecomuseo, gestito dall’Associazione Egea, vuole sia far conoscere la storia di una terra resa fertile dal lavoro dell’uomo sia ricordare coloro che sono stati costretti a lasciare la terra natale, redigendo attraverso ricerche d’archivio, un censimento dell’esodo con nomi, luoghi, fotografie, documenti, memorie, pubblicazioni.
Struttura ricettiva o Museo: sì
Collocazione geografica: Alghero, Sardegna