I ruderi della cascina alla Benedicta – Crediti: Associazione Memoria della Benedicta
Dove siamo?
Siamo alla Benedicta, a Bosio
In questo luogo 75 partigiani furono fucilati dalla Guardia Nazionale Repubblicana e dai reparti tedeschi nell’aprile 1944.
Il cascinale detto “della Benedicta” risale al medioevo e fu in origine un convento benedettino. Dalla primavera del 1944 vi si stabilì il comando partigiano della III Brigata Liguria.
Il 7 aprile 1944, ingenti forze tedesche e fasciste circondarono la Benedicta e vi fucilarono 75 partigiani (poi sepolti con altre 20 vittime), per lo più giovanissimi con poca esperienza militare e senza adeguato armamento. L’azione si inserì in un rastrellamento che interessò l’intera zona, nel corso del quale – tra il 6 e l’11 aprile – furono uccisi 147 partigiani, caduti in combattimento o fatti prigionieri e poi fucilati. Altri 400 furono avviati alla deportazione in Germania: la metà riuscì a fuggire; molti morirono nei campi di concentramento, da cui pochissimi fecero ritorno. L’eccidio della Benedicta fu tra i più dolorosi, ma le formazioni partigiane in seguito ripresero ancora più vigore.
Nel dopoguerra, lo stato di abbandono in cui furono lasciati i ruderi della Benedicta ne provocò il progressivo degrado e la quasi completa cancellazione dei segni della violenza dell’attacco. Solo negli anni Sessanta, le famiglie dei partigiani uccisi costruirono una cappella sul luogo della fucilazione e si allestì un sacrario con i nomi dei fucilati. Dal 2003, l’Associazione Memoria della Benedicta gestisce la zona monumentale, promuovendone la valorizzazione attraverso attività culturali e la progettazione di un museo e di un centro di documentazione dedicato alla guerra, alla Resistenza e alla deportazione.
Struttura ricettiva o Museo: sì
Sito web: benedicta.org
Collocazione geografica: Bosio (AL), Piemonte
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