04. OCCUPAZIONE TEDESCA

Monumento ossario a Sant’Anna di Stazzema – Crediti: Michele Morabito, Parco Nazionale della Pace e Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

Che silenzio. Dove siamo?

A Sant’Anna di Stazzema, vicino a Lucca, in Toscana. Mai sentita nominare?

No. Dovrei?

Beh, sì Jan. Qui il 12 agosto 1944 si consumò una delle stragi più atroci compiute dai tedeschi in Italia. Circa 400 persone, tra cui oltre 70 minori, furono trucidate dalle SS.

Eh quelli erano nazisti. E comunque c’era la guerra e i combattimenti contro i partigiani…

Le formazioni partigiane operavano in zona, ma i tedeschi – e in altre zone non parliamo solo delle SS, ma anche della Wehrmacht – colpirono i civili indifesi proprio per impedire l’appoggio alla Resistenza. Questa poi era una zona militare strategica, vicina alla Linea Gotica.

Immagino il forte risentimento verso i tedeschi.

Sì, è vero. La ricomposizione di una memoria, che era sofferta e divisa, ha richiesto anni, ed è culminata nel 2005 con il processo contro i carnefici al Tribunale militare di La Spezia. Molti italiani continuano però ad ignorare le corresponsabilità fasciste nelle stragi di civili.

Vedo comunque sventolare una bandiera europea…

Esattamente. Sant’Anna oggi è un luogo di memoria europeo e simbolo della riconciliazione tra Italia e Germania. Molti studenti visitano il museo, il Parco nazionale della Pace e il Monumento Ossario, costruito nel 1948 a ricordo del massacro.

L’ossario in costruzione nel 1948

Crediti: Museo Storico della Resistenza di Sant’Anna di Stazzema

STORIA

Dopo l’armistizio del settembre 1943, le forze armate tedesche occupano gran parte dell’Italia centro-settentrionale, amministrando direttamente alcune aree del nord e del nord-est.

L’obiettivo è duplice: tenere gli Alleati a distanza dal confine meridionale del Reich e utilizzare le risorse economiche e la manodopera italiane. I tedeschi requisiscono materie prime e apparati industriali, sfruttando la popolazione, deportata e avviata al lavoro coatto in Germania. L’ostilità nei confronti del “traditore” italiano è accentuata dall’andamento fallimentare della guerra. 

L’occupazione è durissima, con centri di detenzione in cui si consumano esecuzioni e torture. Con la collaborazione dei fascisti, i nazisti attuano azioni militari e dure rappresaglie contro le forze della Resistenza, rendendosi anche responsabili di rastrellamenti e stragi di civili.

MEMORIA

Gli stereotipi del “cattivo tedesco” e del “bravo italiano” hanno largamente influenzato l’immaginario collettivo: spesso in Italia le responsabilità fasciste sono state minimizzate

Qualche precoce tentativo di monumentalizzare alcuni luoghi delle stragi e delle persecuzioni naziste e fasciste risale all’immediato dopoguerra. Ma nei decenni successivi la memoria delle violenze è più spesso rimasta confinata nella sfera familiare e comunitaria. Ancora poco indagati sono i fenomeni di sfruttamento economico e di depredazione culturale del paese.

Dagli anni Novanta in poi, l’istituzione di musei, centri di interpretazione e parchi nei luoghi di memoria ha favorito una più diffusa consapevolezza e una riflessione comune. Celebre l’incontro del 2002 tra il presidente tedesco Johannes Rau e quello italiano Carlo Azeglio Ciampi a Marzabotto. L’apertura di procedimenti penali contro i criminali di guerra tedeschi ha contribuito a focalizzare l’attenzione sulle vittime.

Luoghi di interesse

01.
BOVES
(Boves, Piemonte)
02.
FABBRICA COGNE
(Aosta, Valle d’Aosta)
03.
CASA DELLO STUDENTE
(Genova, Liguria)
04.
SIRMIONE
(Sirmione, Lombardia)
05.
SCUOLA DI PACE DI MONTE SOLE
(Marzabotto, Emilia-Romagna)
09.
BORGO DELLA PACE
(Novafeltria, Emilia-Romagna)

 

Consigli alla visione/lettura

L’uomo che verrà

Film

(Giorgio Diritti, 2010)

Roma città aperta

Film

(Roberto Rossellini, 1945)

Approfondimenti

Atlante delle stragi naziste e fasciste